Una nuova puntata nella saga dei carboidrati.
L’omeostasi in un organismo si verifica quando vi è un giusto equilibrio tra le calorie assunte e quelle consumate. Però la composizione della dieta può comunque influenzare parzialmente il mantenimento o la perdita del peso corporeo.
E’ ampiamente risaputo che in molte diete, nelle prime fasi, le persone perdono peso seguendo schemi alimentari a basso contenuto di carboidrati, ricche di proteine, rispetto a quello che succede con le diete equilibrate o ricche di carboidrati e povere di grassi.
L’equilibrio energetico si raggiunge comunque, ma la composizione della dieta sembra influenzare l’appetito e il metabolismo, il quale a sua volta potrebbe spiegare le differenze che si ottengono nella perdita di peso corporeo. Alcuni studiosi israeliani hanno pubblicato su Obesity uno studio condotto su 78 poliziotti obesi scoprendo che consumando la massima parte dei carboidrati a cena, in una dieta caloricamente standardizzata, si aveva come effetto la massima perdita di peso, la diminuzione della circonferenza addominale e della massa grassa globale rispetto allo stesso carico calorico, però con carboidrati distribuiti durante il giorno.
Nel caso specifico il piano dietetico aveva ridotto la fame, la glicemia e i livelli di insulina durante il giorno.
Si sono inoltre riscontrati effetti positivi sui grassi nel sangue e una diminuzione dei marcatori dell’infiammazione.
Siccome tali affermazioni contrastano clamorosamente con tutta una serie di altri lavori che invece individuano la necessità di spostare l’assunzione dei carboidrati all’inizio della giornata, il dubbio che viene è che su questo argomento, purtroppo, non ci siano ancora le idee ben chiare e che verosimilmente ci debba essere un maggiore rigore nella raccolta dei dati per evitare appunto di entrare nella “saga dei carboidrati“.
Tratto da: http://www.fitnessesport.it/